Nell’ambito della devianza minorile esiste un modello di giustizia alternativo a quello esclusivamente sanzionatorio? La risposta è giustizia riparativa. Quali sono i benefici di questo approccio? Quali i rischi? Infine, qual è lo stato dell’arte di questo modello nel nostro Paese?
Ho letto con molto piacere l’agevole saggio dal titolo “Devianza, restorative justice, mediazione penale minorile”, di Cristina Maggioni perché ho potuto conoscere un tema di grande attualità e osservarlo da un’altra angolazione, quella degli addetti ai lavori, che spesso nel dibattito pubblico lascia spazio a dichiarazioni emotive e affrettate.
L’autrice, giurista di formazione e specializzata in diritto penale minorile, esamina nel suo saggio il concetto di devianza e gli approcci al suo contrasto in ambito minorile attraverso lo strumento della mediazione penale.
Se la devianza è considerata come il risultato di un deficit di fattori individuali, familiari, sociali e ambientali tra loro strettamente correlati, colmare preventivamente con politiche ad ampio raggio i vuoti in cui possono attecchire fenomeni devianti diventa, quindi, strategico per la tenuta del tessuto sociale e la protezione degli elementi più deboli. Un simile approccio è ancora più rilevante nel caso della devianza minorile, per la potenzialità ancora inespressa del minore nella società e in quanto titolare di diritti.
In questo orizzonte, negli ultimi decenni è stato sviluppato un nuovo approccio al trattamento della devianza minorile che prende il nome di giustizia riparativa la quale, attraverso la mediazione penale, supera la logica sanzionatoria del castigo del reo a favore di un percorso di riparazione del danno provocato.
Quali sono i vantaggi del modello riparativo? Sono molteplici: la responsabilizzazione del minore autore del reato attraverso un percorso definito, il riconoscimento della dignità personale della vittima, la riparazione del danno. Sotto un profilo strettamente giuridico, i minori che hanno intrapreso un percorso di giustizia riparativa hanno dimostrato, inoltre, un tasso di recidiva più basso rispetto ai destinatari di provvedimenti detentivi.
Naturalmente, spiega l’autrice, sono molti gli ostacoli per l’adozione di modelli di giustizia riparativa in quanto dipendono dalla disponibilità dei soggetti coinvolti o da fattori esterni come la presenza di figure professionali specializzate o dalle peculiarità territoriali. A tal proposito è fornita una dettagliata raccolta di dati aggiornati suddivisi per regione e interviste ai vari soggetti coinvolti.
Il saggio di Cristina Maggioni è sicuramente adatto ad un pubblico specializzato, giuristi, mediatori, studenti di legge, ma la sua lettura ha il pregio di dare una panoramica approfondita del tema della devianza minorile anche a chi ne è interessato per propria cultura personale .