Recensione di Le solite sospette, di John Niven

Copertina di Le solite sospette, di John Niven
Le solite sospette – John Niven

Terzo libro di John Niven che leggo, nuova conferma del talento dello scrittore inglese.

Dissacrante, corrosivo, iperbolico, deliberatamente scurrile, senza scadere nella volgarità.

In “Le solite sospette” Niven si cimenta in un romanzo giallo dai tratti surreali.

Protagonista una improbabile gang di signore di mezz’età composta da Susan, la cui esistenza borghese viene stravolta dall’impensabile, e le sue amiche, le cui vite incedono verso i titoli di coda di un film anodino.

Da qui la reazione e il compimento del colpo della vita, la rapina di una banca, che potrà restituire dignità alle loro esistenze e a quelle delle persone loro più care.

La storia delle quattro protagoniste, tutte ben descritte e tra cui spicca l’esilarante Ethel, si snoda tra l’Inghilterra e la Francia tra inseguimenti polizieschi, travestimenti, incontri con la mala e fughe rocambolesche. Con un epilogo dal taglio cinematografico che ben rappresenta i veri intenti che animano le nostre protagoniste.

Lo avete letto? Vi leggo con piacere nei commenti!