Recensione di Cecità, di Josè Saramago

Cecità, di Josè Saramago

 

La fragilità della condizione umana, il dominio dell’uomo sull’uomo, l’istinto di sopravvivenza, l’adattamento alle più avverse condizioni dell’esistenza.

Se vivere si riduce ad essere senza esserci, tanto vale esistere senza vedere.
L’incapacità di guardare equivale a cecità che, nel romanzo di Saramago, si materializza come una tempesta hobbesiana.

Di luce si intravedono solo spiragli, l’aria già rarefatta satura dei miasmi, la narrazione in piano sequenza della punteggiatura rimarca l’assenza di coordinate visive. Terminato il romanzo apro le finestre.