La scoperta delle origini è di fondamentale importanza nella costruzione della propria identità. Ancor più per chi è stato vittima del più orribile genocidio della storia, quello del popolo ebraico.
“Ogni cosa è illuminata“, romanzo d’esordio di Jonathan Safran Foer, muove da questa esigenza: conoscere e scoprire il passato, anche quando tremendamente doloroso, per interpretare il proprio presente.
Per questa ragione, l’autore americano si reca in Ucraina, terra originaria della sua famiglia, per conoscere chi aveva salvato il nonno durante lo sterminio degli abitanti del suo villaggio ad opera dei nazisti.
In Ucraina l’autore incontrerà Alex e suo nonno, che lo accompagneranno in un viaggio nella storia. Quello della sua famiglia, dell’astio del popolo ucraino prima ancora dell’accanimento nazista, dei sensi di colpa di chi era nato buono in un periodo cattivo.
Una lettura densa di significati, spesso lenta, che alcune volte sfocia in descrizioni superflue, ma che contribuisce a tenere accesa la luce della memoria.
Lo avete letto? Vi leggo con piacere nei commenti!