Un meraviglioso quadro di Renoir dal titolo “La prima uscita” ritrae una ragazza nell’atto di assistere per la prima volta ad una rappresentazione teatrale. Nella postura del corpo proteso in avanti dalla balconata del teatro, nell’ espressione del volto attraversato dall’emozione che toglie il respiro, c’è tutta la magia del momento immortalato dal pittore impressionista.
Con le dovute proporzioni per il tema trattato e lo spessore dell’opera, la lettura di Tutto chiede salvezza mi ha fatto inizialmente pensare al dipinto di Renoir.
Un ragazzo che si affaccia al balcone della vita e resta senza fiato, attratto e abbacinato dalla sua luce, ma che, come un novello Icaro, si avvicina sempre di più al sole finché le precarie ali che lo sostengono cedono trascinandolo nelle acque agitate della propria esistenza.
Tutto chiede salvezza è un libro sulla salute mentale. Un racconto in prima persona su un disagio che a soli venti anni ha condotto l’autore a un ricovero in un centro specializzato dopo avere spinto il pedale oltre ogni limite.
Al trauma della propria prostrazione segue quello dell’incontro con gli altri abitanti del centro, dimensioni multiple dello stesso disagio, volti senza voce nell’indifferenza medica.
È un racconto sul confine labile tra le vittime e i carnefici e sull’acquisizione della consapevolezza del peso delle proprie azioni. Sul supporto tra persone che condividono lo stesso dramma interiore e attraverso piccoli gesti cercano di rimettere insieme i cocci di vite infrante.
Ed è infine una preghiera laica per la redenzione di quelle anime salve che non possono farlo da sole.
Lo avete letto o avete visto la serie che ne è stata tratta? Vi leggo con piacere nei commenti!