Recensione Hanno vinto i ricchi, di Riccardo Staglianò

Allacciate le cinture: – 2,9 %, la percentuale di diminuzione dei salari medi in Italia dal ’90 ad oggi; + 22,8%, l’ aumento della produttività per ora lavorata nello stesso periodo; – 4,5%, la diminuzione del potere di acquisto dei lavoratori dipendenti negli ultimi 10 anni; – 7,9% le ore lavorate in meno a causa della crescita del part time; 83 %, la percentuale dell’Irpef pagata dai lavoratori dipendenti e dai pensionati; 69,7% percentuale dell’Irpef evasa dai lavoratori autonomi; 0,05%, percentuale del PIL che viene dalle imposte di successione.

Senza tralasciare l’elusione fiscale delle grandi aziende e Big Tech che, spostando formalmente la propria sede principale in Paesi dell’Unione Europea stessa come Irlanda, Belgio, Lussemburgo, dalla tassazione più leggera, sottraggono altre cifre esorbitanti al fisco italiano nella più completa inerzia dei nostri governi.

Questi sono solo alcuni dei dati e delle storture che Riccardo Staglianò approfondisce in Hanno vinto i ricchi, il saggio appena edito da Einaudi che indaga gli esiti di decenni di precise scelte politiche, calcolati opportunismi e propaganda che hanno ridotto l’Italia a capitale del lavoro povero.

Il saggio di Staglianò è un libro da leggere perché esamina con rigore le politiche che negli ultimi trent’anni hanno creato le condizioni di una precarizzazione ormai strutturale della società, senza intaccare i privilegi di alcuni.

Avete letto questo saggio? Vi aspetto con piacere nei commenti! 😉