A proposito di Asia, la settimana scorsa, dopo aver finito di leggere Sovietistan, sono andato in libreria per acquistare il seguito e…sullo stesso scaffale, con la copertina rivolta verso di me, c’era Un indovino mi disse, di Tiziano Terzani.
Di Terzani non avevo mai letto nulla e quindi, vittima consapevole di cotanto marketing, ho comprato il suo libro insieme a quello che volevo prendere fin dall’inizio.
In “Un indovino mi disse” Terzani racconta il suo anno di viaggi in Asia senza prendere mai l’aereo, dopo l’avvertimento ricevuto molti anni prima da un indovino riguardo un grosso pericolo che avrebbe corso nel 1993 a bordo di un velivolo.
Allo scoccare di quell’anno, memore dell’avvertimento ricevuto, Terzani sceglie di non sfidare il destino, ammesso che il destino esista veramente, come lui stesso più volte si domanda nel libro. E per più di dodici mesi viaggia attraverso i Paesi asiatici solo via terra o in nave, in un modo lungo, lento e anacronistico per un giornalista come lui abituato a spostarsi nei tempi più brevi possibili.
Ma questa nuova circostanza fornisce a Tiziano Terzani l’occasione per raccontare un aspetto inedito dell’Asia, svelando il legame di questa parte di mondo con l’occulto e la magia. Un legame che da secoli porta grandi parti della società e addirittura governanti a prendere importanti decisioni anche in funzione delle predizioni degli indovini.
Per quanto strano possa sembrare, in Asia la lettura della mano, la divinazione, l’oroscopo, non sono stigmatizzati come in Occidente, ma fanno parte a pieno titolo dei costumi della società. Le divinazioni possono convivere con il pensiero religioso o permeare società altamente tecnologizzate come quella cinese.
Alla fine della lettura, dopo avere interrogato innumerevoli indovini, e avere ricevuto le più variegate interpretazioni sul suo futuro, Terzani arriva ad individuare una possibile risposta alle sue tante domande.
Ma per conoscerla…bisogna leggere il libro. 🙂