Immaginate di tornare a casa un giorno e di trovare un costruttore in odor di mafia che vi invita gentilmente a vendergli, o meglio, a sloggiare dall’abitazione in cui siete cresciuti perché vuole costruirci un palazzo.
Immaginate poi che al rifiuto del cortese invito, dei simpatici signori si premurino per anni di farvi recapitare portafortuna quali corone di fiori, fusti di calce, rose tagliate e altri cadeau di questo tipo.
Immaginate che un giorno una ruspa inizi a demolire gli appartamenti sopra la vostra casa, rendendola presto inagibile, e a due soli metri da essa partano i lavori del famigerato palazzo. Esterrefatti voi vi recate in Comune per denunciare il fatto e scoprite che il costruttore mafioso ha dichiarato di essere proprietario del lotto su cui sorge la vostra abitazione, senza esibire gli atti, ed un impiegato compiacente ha ugualmente autorizzato i lavori così, sulla fiducia.
Poiché avete una fervida fantasia, immaginate poi che, nonostante tutte le denunce, il mostro di cemento venga completato, gli appartamenti regolarmente venduti, e lì ci vadano anche a trascorrere la latitanza personaggi irreprensibili come Giovanni Brusca, l’uomo che fece saltare in aria Giovanni Falcone.
Dopo svariati anni e innumerevoli processi, immaginate infine che il costruttore venga condannato per mafia, il tribunale vi riconosca un risarcimento per quello ingiustamente patito ma di quel risarcimento non vedrete mai un centesimo perché i beni del mafioso sono stati pignorati. Dulcis in fundo, immaginate che l’Agenzia delle Entrate vi chieda il pagamento del 3% del valore di un risarcimento mai riscosso.
Questa è in sintesi la storia vera di quanto accaduto alle sorelle Pilliu, una tragedia finita in barzelletta, che Pif e il giornalista Marco Lillo raccontano in “Io Posso“.
Una storia di mafia e prevaricazioni a cui si è contrapposto il coraggio di due donne che non hanno mai ceduto di un millimetro anche a rischio della propria vita.
Se volete conoscere maggiori dettagli di questa storia incredibile, non vi resta che leggere questo libro che gli autori hanno scritto con intensità e amara ironia devolvendo il loro compenso a favore delle due sorelle che hanno sconfitto la mafia.