Il conflitto israelo-palestinese è la storia di una disfatta della grande famiglia umana. Una disfatta della politica, del buon senso, del rispetto delle culture, della vita, che nasce dalla sopraffazione e dalla violenza e che di queste continua a nutrirsi.
“Israele e i palestinesi in poche parole”, scritto da Marco Travaglio all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, che ad oggi ha portato a trentamila vittime nella Striscia di Gaza ad opera dell’esercito israeliano, è un’epitome che può aiutare a comprendere i perché di una guerra infinita.
Una guerra che affonda le radici in secoli di prevaricazioni, in divisioni alimentate dai fondamentalismi religiosi e da decennali inerzie politiche a fronte di dichiarazioni di facciata in cui gli unici sconfitti sono, alla fine di tutto, i civili palestinesi e israeliani.
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