Dopo la chiusura dell’operazione Mare Nostrum che per anni aveva salvato migliaia di profughi disperati nelle acque del Mediterraneo, nel 2017 il governo italiano e l’UE hanno barattato con la Libia il contenimento dei migranti che partono dalle sue coste in cambio di fiumi di denaro. Ad oggi si stimano circa 450 milioni di euro che sono finiti nelle tasche delle milizie, trafficanti di uomini e politici collusi dell’instabile paese nordafricano ma che, al contempo, non hanno fermato la spaventosa tratta di esseri umani e violazioni dei diritti che avvengono nei centri di detenzione libici.
Negli stessi anni, a giustificazione del cambio di prospettiva, in Italia si è assistito ad una campagna mediatica di criminalizzazione delle ONG che operano nel Mar Mediterraneo e ad una spoliazione delle funzioni della guardia costiera nelle operazioni di salvataggio. In questo contesto buio si è arrivati, tra gli altri, ai vergognosi casi del divieto di attracco della nave della ONG Sea Watch ordinato da Matteo Salvini nel 2019 o alla strage di 94 migranti avvenuta sulle coste di Cutro nel 2023 dopo giorni in balìa delle onde senza ricevere soccorsi umanitari.
“Le mani sulla guardia costiera” di Nello Scavo, giornalista d’inchiesta di Avvenire, pubblicato da Chiare Lettere, dissipa la mole di bugie costruita sull’umanità disperata di persone che fuggono da guerre, carestie, emergenze climatiche, che l’Occidente stesso ha contributo ampiamente ad alimentare.
Al contempo, il giornalista analizza le conseguenze disastrose di accordi con criminali senza scrupoli che hanno reinvestito i capitali ricevuti in altre attività illecite come il contrabbando di stupefacenti e di petrolio.
“Le mani sulla guardia costiera” è un grido di denuncia verso le omissioni, gli errori, i silenzi, le mezze verità ampiamente documentate che vedono coinvolte anche le istituzioni del nostro paese e della UE sulla pelle dei più deboli.